di Maurizio Grosso
Calato
il sipario sull’ultimo attacco del Professore. In molti si chiedevano quale
strada avrebbe seguito la finanza per portare avanti il proprio disegno. Beh,
per prima cosa: Monti rimane in gioco! Non ci lascia, non preoccupiamoci!
Lo fa
così come ci ha abituati: sottraendosi alla normale e democratica dialettica
del voto. Certo, perché mai rischiare di sottoporsi al giudizio degli italiani,
quando è possibile una strada meno rischiosa? Basta scalzare dalla scena politica
quanti (pochi!) hanno il coraggio di impostare la propria campagna elettorale
mettendo in discussione un metodo, un’ idea di fondo, un’agenda di impegni… l’agenda
Monti.
Finalmente
il Professore scende dal piedistallo, si difende e risponde alle accuse del
Cavaliere! Non lo aveva mai fatto negli
ultimi dodici mesi. Qualcosa è cambiato. Soprattutto se è necessario
sottolineare come una ipotetica nuova abolizione dell’imposta sulla prima casa,
avrebbe risultati devastanti sulle casse dello Stato e per i cittadini stessi. Semmai
ci fosse un italiano che ancora ha il coraggio di credergli, è stato avvertito!
Ce
n’è anche per chi, timidamente, con un piede dentro e l’altro fuori, prova a
spostare gli equilibri di questo asse politico: “Nichi Vendola è molto più conservatore
di me”, afferma rispondendo ad una delle poche domande sensate formulate dai
giornalisti durante la conferenza.
E’
il turno del M5S (in maniera molto sottile ed elegante), e perché no, anche
della FIOM: “un sindacato poco lungimirante” (che importa se i fatti continuano
a dargli una inutile ragione! )
Eliminati
gli ostacoli, restano A, B, e C! Per loro il ringraziamento e d’obbligo!
Alfano, Bersani e Casini meritano un plauso, loro si che hanno dimostrato
lungimiranza!
In
un passaggio, il premier uscente, fa notare come la legge elettorale sia
rimasta invariata per il mancato accordo tra le forze politiche parlamentarie.
Loro, i professori…(singh!) dovevano occuparsi esclusivamente dell’economia e della
finanza, lasciando ad A,B e C l’organizzazione politica e istituzionale del
Paese: “questi erano i patti”, conclude.
E
adesso gli chiediamo di scegliere? Gli chiediamo di mettersi in gioco con
qualcuno? Perché mai! Chiunque, tra A,B, e C uscirà vincente dalle prossime
elezioni potrà giovarsi dell’appoggio (o della premiership, se vuole) del
professore!
Basta lasciare a lui economia
e finanza. Basta poco che ce vo’!
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